Tre falli da non perdere

In molte stagioni, le false partenze sono i falli più frequenti e probabilmente è un fallo che richiede una minima quantità di giudizio (anche chiamare dodici giocatori nella formazione non richiede molto giudizio). Ogni fallo richiede alcuni gradi di giudizio prima di lanciare la flag. Per diverse ragioni ci sono tre falli che sembrano essere chiamati più spesso erroneamente.

HOLDING

Giudicare la legalità di un blocco è probabilmente l’aspetto più difficile dell’arbitraggio di una partita di football. In ogni azione ci sono dai sei a dieci blocchi ed alcuni di essi non sono visti da una crew di 5. Di conseguenza, holding e uso illegale delle mani possono essere i falli più problematici fra tutti i falli nel football perché durante i continui impatti, ci sono troppi contatti con le mani tra i giocatori. A complicare le cose c’è il regolamento che permette maggior libertà ai difensori sull’uso delle mani (spingere, tirare o aggrapparsi per raggiungere il runner).

Per commettere un fallo di holding, un giocatore utilizzando una tecnica illegale deve impedire ad un avversario di fare il proprio gioco. In altre parole, ci deve essere una comprovata limitazione. Se un avversario è tirato a terra, questa è una limitazione ovvia. Ciò potrebbe accadere sia tramite un netto placcaggio, oppure, meno frequentemente, il pull-over in cui il bloccatore attira l’avversario su sé stesso per far sembrare di essere stato investito.

C’è una chiara trattenuta per la maglia del numero 65 ed è sul punto di attacco. Ma è sufficientemente limitativa per chiamare un fallo? Aspettando un attimo o due per vedere come si sviluppa il gioco, un arbitro potrebbe evitare di perdere una chiamata. L’holding è uno dei falli più facili da perdersi perché richiede un alto grado di giudizio.

Una limitazione stando in piedi, può verificarsi se l’avversario viene afferrato ed impedito di muoversi per partecipare al gioco (grab & restrict). L’avversario può anche essere trattenuto e trascinato in una posizione differente (jerk & restrict) oppure essere agganciato con un braccio teso per alterare il suo percorso verso il runner (hook & restrict).

Nessuna delle precedenti limitazioni potrebbe avere un impatto sul gioco a meno che accada su punto di attacco o vicino: un’area in cui si sta dirigendo l’azione. Dal momento che non è davvero un “punto”, alcuni preferiscono chiamarla “zona di attacco”.

Esaminando il percorso logico che deve seguire un arbitro, possiamo cominciare a capire perché quel fallo è chiamato in modo incoerente. Prima c’è il giudizio sulla legalità di come vengono usate le mani. Spesso sono nascoste all’arbitro che osserva e la decisione deve essere presa sull’effetto di una presa apparente. Se si ritiene che le mani sono usate in modo legale, l’arbitro deve decidere se tecnicamente ha trattenuto in modo indiscreto l’avversario. La trattenuta della maglia lo ha rallentato? Il braccio teso ha cambiato il suo percorso sufficientemente per prevenire il placcaggio? A volte gli avversari si tengono l’un l’altro mentre si muovono – il cosiddetto “ballo”. Chi sta trattenendo chi? In azioni come queste, è difficile per un arbitro fare una distinzione accurata.

Il passo successivo è valutare l’impatto della limitazione sull’azione. Un blocco può essere iniziato in modo corretto e poi progredire in una limitazione illegale. Nelle situazioni di lancio, può accadere dopo che il quarterback abbia già rilasciato la palla. Oppure può accadere abbastanza distante da esso, per avere ha uno sufficiente impatto sul gioco. Alcuni arbitri lo chiameranno; altri no. Inoltre, siccome il punto di attacco non è definito precisamente e non è citato nel regolamento, ci sono arbitri che non ne tengono conto quando devono decidere su un holding. Quindi un atto può essere preso in considerazione anche se non impedisce un gioco.

L’atto di tirare a terra (takedown) da parte di un attaccante che si trova ben lontano o dietro l’azione crea un problema per gli arbitri, specialmente quando sono fuori dalla vista di tutti. Alcuni arbitri pensano che i takedown dovrebbero essere sempre chiamati, mentre altri fanno delle eccezioni, specialmente quando potrebbero negare una segnatura. Analogamente, c’è una scuola di pensiero che consiglia di non chiamare un holding se un difensore viene bloccato contemporaneamente da due avversari (double-teamed block). Il discorso di fondo, è che se l’attacco sta impegnando due giocatori contro un avversario, ogni vantaggio guadagnato dall’holding viene compensato dal fatto che ci sarà in campo un difensore non bloccato.

Altre varianti includono la chiamata per violenza non necessaria (unnecessary roughness) invece di holding e chiamare un fallo a palla morta quando l’atto è iniziato mentre la palla era viva.

Senza prendere in considerazione tutte queste nozioni, una semplice presa di maglia, e un relativamente rilascio veloce, può sembrare un fallo, ma non è necessariamente così. Di conseguenza, prendere una decisione su un holding richiede una piena conoscenza di cosa è legale, e di cosa non lo è, oltre a lunghi studi ed esperienze per rilevare l’effettivo comportamento e determinare se è stato ottenuto un vantaggio.

PASS INTERFERENCE

Le ingiustizie nella chiamata di pass interference sembrano scaturire da due elementi. Il primo di questi è un apparente carenza di comprensione da parte degli arbitri che sia il ricevitore che il difensore hanno un diritto sulla palla e che quindi un “contatto accidentale” è una possibilità legittima per entrambi i giocatori di fare un tentativo simultaneo e in buona fede di prendere il pallone. Alcuni arbitri sono inconsciamente di parte a favore del giocatore in attacco. Quando ci pensi, qualsiasi favoritismo dovrebbe piuttosto essere per il difensore; perché non sa cosa stia succedendo, mentre il ricevitore sta seguendo una traccia pianificata e definita dallo schema d’attacco.

Le parole “non giocare per la palla” spesso vengono inserite nelle discussioni degli arbitri sulle pass interference anche se questo modo di dire non è menzionato nel regolamento, ma è un fattore valido da considerare. Un giocatore che non sta giocando per la palla è responsabile per qualsiasi contatto con l’avversario, mentre un giocatore che sta giocando per la palla, sta eseguendo un tentativo in buona fede di prendere il pallone e girandosi può essere assolto da un contatto involontario.

La seconda causa di incongruenza è la “prendibilità”. Nel regolamento NCAA, un lancio deve essere prendibile per poter chiamare un defensive pass interference. Comunque, un lancio imprendibile non giustifica un offensive interference (7-3-8c). Nel gioco NFHS, non c’è interferenza se il contatto del difensore è ovviamente lontano dalla direzione del lancio (7-5-11c). Tuttavia, se tale contatto interferisce con l’opportunità di un ricevitore eleggibile di andare verso, prendere o battere la palla, la prendibilità non è più un elemento. Lo spirito delle limitazioni alle interferenze sui lanci è di applicarle ai ricevitori previsti ed ai loro difensori e non ad altri giocatori che corrono a fondo campo.

Alcuni arbitri non esperti eviteranno di chiamare un fallo di interferenza quando il lancio non è prendibile, e possono essere molto creativi nello spiegare la loro logica, ad esempio “L’azione era finita quando si è verificato il contatto”. Tale discrezionalità viene spesso applicata quando la palla ha superato entrambi i giocatori prima che si verifichi il contatto o quando entrambi i giocatori sono fuori o quasi fuori dal campo e non è possibile alcuna ricezione. Altri arbitri seguiranno rigorosamente la regola e chiameranno un fallo.

In misura molto minore, ci sono diverse filosofie sul blocco a velo (face guarding). Non è un problema nel gioco NCAA perché deve esserci un contatto per avere un fallo di interferenza.  Mentre, nel regolamento delle scuole superiori, è già fallo ostruire la vista all’avversario. Alcuni arbitri chiameranno un fallo per face guarding se le mani dell’avversario si interpongono fra il viso del ricevitore e la palla, mentre altri puniranno solo i tentativi intenzionali di impedire la vista della palla.

BLOCKS IN THE BACK

La sfida delle chiamate nei blocchi alla schiena è che il contatto laterale è legale. Se il giocatore che viene bloccato vede o potrebbe aver visto il bloccatore, forse non è un fallo. Un blocco laterale, anche se violento e anche se butta a terra l’avversario in modo vigoroso, non è un fallo, a meno che per qualche altro motivo sia anche un fallo personale. Spesso i blocchi di lato vengono erroneamente flaggati.

Un elemento chiave di giudizio è se la persona che è stata bloccata ha avuto una possibilità di vedere il bloccatore prima di essere colpita. Il posizionamento delle mani o delle spalle durante il blocco è un buon indicatore. Se un arbitro può vedere chiaramente entrambi i numeri di maglia, sul retro del giocatore che viene bloccato quando accade il primo contatto, è difficile decidere se il contatto è un fallo. Per essere chiamato un fallo, un blocco nella schiena deve chiaramente soddisfare la definizione di contatto sui numeri o vicino ad essi del giocatore che viene colpito.

Un’altra linea guida è notare verso dove cade il giocatore bloccato. Se il giocatore bloccato cade in avanti, molto probabilmente è stato bloccato nella schiena. Questo è il tipo di caduta che è più facilmente causa infortuni e un giocatore non cadrà in quel modo a meno che non fosse inevitabile. Se cade di lato, è un segno che probabilmente è stato spinto dal lato opposto, ma non è un indicatore certo, perché in alcuni casi, i giocatori che subiscono un blocco nella schiena sono in grado di girarsi di lato per ridurre l’impatto.

Un altro aspetto di questi blocchi che è soggetto a diverse filosofie è se il giocatore bloccato viene buttato a terra. Questi dovrebbero essere chiamati come falli di sicurezza e di solito lo sono (se visti). Il contatto che mette semplicemente fuori gioco un avversario è soggetto a vantaggio/svantaggio. Non dovrebbe essere flaggato ogni contatto nella schiena. Un leggero tocco che non causa il ribaltamento del giocatore bloccato non è un fallo. Alcuni contatti di questo tipo sono accidentali, perché il giocatore che ha effettuato il contatto può essere stato spinto da un altro. Comunque, un leggero contatto che fa inciampare un difensore e forse perdere l’opportunità di fare un placcaggio è meritevole di flag.

Infine, anche il luogo è un elemento. Quel tipo di blocco può avvenire lontano dall’azione. Se un avversario viene sbilanciato lontano da dove viene giocata la palla, tale azione potrebbe essere giudicata come involontaria, non avendo effetto sul gioco. Se il contatto accade lontano dal punto di attacco e non ha effetto sull’esito della azione, basta un richiamo verbale.

Traduzione ed adattamento di Alberto Maghini

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