La storia e l’evoluzione degli arbitri
Le crew arbitrali dei primi giorni del football professionistico non sarebbero riconoscibili dai tifosi di oggi – e non solo a causa del loro abbigliamento (camicie bianche con papillon neri) o per il loro uso di corni, invece delle flag, per chiamare i falli.
Il livello del football professionistico sarebbe altrettanto sconosciuto. Scarsa preparazione, mal equipaggiato, e vagamente supervisionato, gli arbitri hanno contribuito alle prime lenti partite NFL con punteggi bassi e che sembravano più risse che a partite sportive.
Per far crescere e migliorare il football professionistico, fu necessaria la qualità dell’arbitraggio per ottenere un gioco nettamente migliore. Le nuove regole volte a rendere più corretta la partita, più sicura e divertente non sarebbero di alcuna utilità senza gli arbitri che potevano adeguatamente e costantemente farle rispettare.
Fortunatamente per il football e i suoi tifosi, la NFL ha trovato leader visionari ed esigenti che hanno aiutato gli arbitri per fa si che si evolvessero da quelle umili origini agli assistenti molto qualificati, rigorosamente valutati e tecnologicamente avanzati del gioco che conosciamo oggi. Tale processo è iniziato seriamente alla fine degli anni ’30.
I primi passi verso l’eccellenza
L’anno 1938 sarà un punto di svolta per l’arbitraggio in NFL per due motivi: gli arbitri furono assegnati a posizioni fisse nelle crew, e la Lega assunse un uomo che avrebbe cambiato per sempre il gioco.
Fino a quell’anno, un arbitro poteva ricoprire una posizione diversa in una crew di settimana in settimana. Nel 1938, la Lega istituì un nuovo sistema in cui ogni membro della crew di quattro uomini venga assegnato in modo permanente ad una posizione specifica.
Stabilendo questa coerenza da partita a partita creò gli specialisti in ogni posizione sul campo. Nei decenni successivi, la crew continuò ad evolversi mentre la NFL aggiunse altre tre posizioni per tenere il passo con i cambiamenti del football (ed sta attualmente considerando di aggiungerne un altro, questo perché la velocità del gioco continua ad aumentare).
L’evoluzione delle crew arbitrali
Shorty alzò l’asticella e cambiò il gioco
Il secondo punto di svolta si è verificato quando la Lega assunse Hugh “Shorty” Ray, un ragazzo alto 1,70m per 61 kg di peso, non per niente chiamato il “Basso”, un innovatore che diventò un titano del gioco.
Prima di entrare nella NFL, Ray aveva lavorato con la National High School Football Association (NHSFA) per sviluppare un regolamento dedicato al football liceale. Ray era nativo di Highland Park, Illinois, dove ha avuto esperienza decennale come arbitro di tre sport, quindi aveva già aiutato a trasformare l’arbitraggio nella zona di Chicago con la Chicago Schools Athletic Officials Association.
Consapevole delle mancanze dello stato delle crew arbitrali e pieno di idee di miglioramento, Ray riscrisse le regole del campionato nazionale di football delle scuole superiori. Organizzò clinic in tutto il paese per insegnare il suo regolamento e il sistema di arbitraggio, inoltre chiese che i suoi arbitri si sottoponessero a rigorosi esami sulle regole.
Ray ha avuto anche il merito di introdurre un “libro delle situazioni di gioco” per l’arbitraggio NFL – una guida per preparare gli arbitri per ogni possibile scenario durante una partita di football. La Lega continua ancora oggi ad utilizzare un libro delle situazioni.
Ray stava ripensando come il gioco è stato governato, arbitrato e giocato sino a quel momento, e George Halas, il leggendario proprietario e allenatore dei Chicago Bears, ne prese nota. Halas raccomandò alla NFL di assumere Ray come consulente tecnico nel 1938. Il gioco – e l’arbitraggio – non sarebbero stati più gli stessi.
Ray ricoprì il ruolo come consulente tecnico negli anni 1938-1952, un periodo in cui il football professionistico raggiunse nuove vette di popolarità. Stabilì incontri regolari con gli arbitri per migliorare la loro tecnica e richiese che diventino esperti del regolamento. Ray visitò anche i campi di allenamento di ogni squadra per insegnare ad allenatori e giocatori il nuovo regolamento ora ottimizzato e con nuovi punti di enfasi, il tutto con l’obiettivo di rendere il football più sicuro, più veloce e migliore.
Oggi l’Officiating Department della NFL applica la stessa procedura per assicurarsi che ogni arbitro sia un massimo esperto del regolamento.
“Inculcò le regole nei suoi arbitri in modo da raggiungere una media del 95% di risposte esatte nel test in un clinic per coach anche sui problemi più difficili. Prima di allora, non riuscivano a raggiungere quel punteggio – neanche con il libro aperto sotto mano”. – Mark Duncan. Supervisore degli arbitri, 1964-1968
Nel 1966, dieci anni dopo la sua morte, Ray divenne il primo – e finora unico – personaggio dell’arbitraggio inserito nella Pro Football Hall of Fame.
“Certo”, disse Ray, “Ho avuto molto poco a che fare con tutto questo. Il football non è un gioco per un solo uomo.”
Forte passione e tecnologia per alzare l’asticella.
La devozione di Ray per il gioco, la richiesta di professionalità e l’innovativo pensiero elevò l’arbitraggio al livello necessario per migliorare la credibilità del prodotto NFL. Tuttavia, molto lavoro sarebbe ancora necessario per aumentare il livello dell’arbitraggio ad un livello raggiunto oggi.
Mark Duncan, un ex allenatore dei San Francisco 49ers e futuro assistente direttore generale dei Seattle Seahawks, fu supervisore dell’Officiating Department dal 1964 al 1968. Richiese che gli arbitri si sottoponessero a test annuali e frequentassero i clinic di pre-season, ma non è stato il meglio fino a quando Art McNally fu messo a capo del Settore arbitrale e sarebbe migliorato ulteriormente.
Nel 1968, McNally fu nominato supervisore degli arbitri NFL, una posizione che ricoprì fino al 1991. Un arbitro veterano da Philadelphia, McNally diventò una persona chiave nella trasformazione dell’Officiating Department.
Durante il periodo in cui McNally lavorò nella Lega, il suo nome divenne un sinonimo con l’eccellenza nell’arbitraggio. Sotto la sua guida, il settore arbitrale della NFL sviluppò il suo sistema di valutazione a livelli per gli arbitri, una componente fondamentale nel migliorare la competenza e rafforzare l’integrità del gioco. Introdusse l’idea delle review settimanali delle prestazioni e portò i suoi arbitri a standard rigorosi.
Quando gli chiesero se un arbitro nella giusta posizione in campo farà la giusta chiamata, McNally rispose: “Superiore a nove volte su 10! Ed è meglio che sia così, altrimenti costui sarà fuori dal business. Non sarà nel giro per molto tempo.”
McNally, un ex Marine, mostrò la sua forte passione verso gli arbitri ma era fiducioso nella loro capacità di fare il loro lavoro nel modo giusto. “Nel complesso, il calibro del nostro arbitraggio è eccellente“, dichiarò al Philadelphia Daily News nel 1990. “Io rivedo i filmati, otto ore al giorno, quindi dovrei saperlo.“
Il sistema di valutazione settimanale, rigoroso, innovativo ed efficace di McNally era il seguente:
|
|
|
|
McNally non era l’unico valutatore; il Referee, un osservatore NFL (osservando dalla tribuna stampa dello stadio) e gli allenatori di ogni squadra, avevano l’incarico di inoltrare un voto numerico all’Officiating Department. Una volta depositati tutti i giudizi, McNally li condensava in un unico report – pronto per essere inviato alle singole crew ogni settimana.
McNally e il suo staff stavano semplicemente usando un muro bianco su cui proiettare i loro filmati. Ma lui aveva in mente qualcosa di più grande: una sede centralizzata per l’arbitraggio con nuove capacità. La sua visione di un centro di comando è diventata una realtà nei primi anni 90.
McNally riconobbe anche l’importanza della creazione di specialisti in tutte le sette posizioni della crew. Organizzò incontri in grado di dare una possibilità per ciascun membro della crew di discutere dei propri problemi e le specifiche soluzioni.
“Per l’onestà, integrità, la grande esperienza e dedizione di Art, non esiste un coach che non rispetti ciò che ha da dire.” – Don Shula Coach inserito nella Hall of Fame
La tecnologia – e l’uso che ne fa la Lega – è la spinta all’evoluzione dell’arbitraggio.
I Referee furono dotati di microfoni senza fili nel 1975. Questo permise agli arbitri di spiegare le decisioni del campo ad un pubblico molto più ampio, ai tifosi in televisione – insieme a quelli sugli spalti – diedero, per la prima volta, un senso di personalità agli arbitri.
I Referee espressivi come Mason “Red” Cashion e Jerry Markbreit sperimentarono livelli senza precedenti di fama e di riconoscimento. Fino ad allora l’anonimato era stato visto come un segno che gli arbitri stavano facendo qualcosa di giusto, ma ora, ogni domenica, Cashion nella sua famosa chiamata “First down!” era stato sentito nei salotti di tutta l’America.
Al di là dell’aspetto di intrattenimento, la possibilità per i fan di sentire le chiamate, aggiunse credibilità alle decisioni sul campo, una maggiore trasparenza sulle decisioni per gli appassionati e dei media, e rafforzò la correttezza del gioco.
L’instant replay avrebbe fatto ancora di più
La Lega sperimentò il primo instant replay nel 1976. McNally, era curioso di capire quanto tempo una revisione video avrebbe ritardato una partita, questo lo verificò guardando un incontro “Monday Night Football” tra i Dallas Cowboys e i Buffalo Bills con un cronometro e una videocamera. Notò una chiamata mancata che coinvolse O.J. Simpson che avrebbero potuto correggere con la revisione del filmato. Due anni più tardi, la Lega provò l’instant replay come aiuto alla crew durante sette partite di pre-season trasmesse in televisione a livello nazionale.
Ci sarebbero voluti molti anni prima che l’instant replay divenne un appuntamento fisso nella NFL: approvato per la regular season nel 1986, revocato nel 1992, fu poi riabilitato sino ad ora nel 1999. Comunque McNally aiutò a mettere le radici.
Dopo più di 20 anni come membro dell’Officiating Department della NFL, McNally si ritirò nel 1991. Il suo mandato modernizzò la valutazione e l’abilità dell’arbitraggio e portò a un aumento della popolarità del football negli Stati Uniti.
“Questo è stato un lavoro duro“, disse McNally al The New York Times prima della sua ultima stagione, “ma sono convinto che abbiamo fatto molto per la Lega.”
L’arbitraggio per l’età moderna
Nel 1991 la NFL passò il comando dell’arbitraggio a Jerry Seeman con 16 anni di esperienza. Dopo aver guadagnato l’onore di arbitrare il Super Bowl per due volte, Seeman era già molto rispettato nell’Officiating Department già prima della sua promozione.
Poco dopo la Lega nominò Seeman supervisore degli arbitri. Uno dei sogni del suo predecessore – un centro di comando dell’arbitraggio – divenne una realtà. Questo hub centralizzato è stato il primo negli sport americani e sostenne quello che molti considerano il sistema di valutazione dell’arbitraggio più efficiente del suo tempo.
Nei primi anni ’90 il centro di comando comprendeva 500 mila dollari di tecnologia d’avanguardia. La revisione ottimizzata dei video era ora possibile, e Seeman con il suo staff migliorarono il processo di valutazione del dipartimento.
In un articolo del 1993 sulla rivista Referee, Jack Reader, assistente alla direzione degli arbitri sotto Seeman, confrontò i sistemi nuovi e vecchi: “Ci sedevamo insieme a montare le azioni a mano con una lama di rasoio e nastro adesivo. Ora facciamo tutto da computer, utilizzando la sequenza digitale e la codifica numerica per indicare esattamente dove, in un dato filmato, si trova una particolare azione.”
Mentre l’Officiating Department, gestiva una tecnologia sempre migliore, Seeman continuò a sottolineare l’aspetto umano dell’arbitraggio. Nel 1993 disse : “I computer lo rendono possibile, ma è la gente a farlo accadere.”
Anche se il settore arbitrale continuava a migliorare il suo sistema di valutazione, Seeman vide la necessità, per le sue crew, di essere più in forma fisicamente. Non esisteva nessun programma di preparazione fisica, e gli arbitri venivano pesati solo due volte all’anno. Seeman aggiunse un esame fisico e un test di stress, con i risultati analizzati da un cardiologo. Chiese anche che si facessero corse a lunga distanza, sprint e che si considerassero obiettivi di peso individuali per ogni ruolo.
“Jerry vuole solo assicurarsi che tutti siano in forma,” disse nel 1991 l’Head Linesman Mark Baltz. “É un arbitro di lunga data, conosce l’importanza dell’esercizio fisico.”
Oltre alla nuova enfasi sulla forma fisica, Seeman aggiornò uno strumento che Ray aveva introdotto alla NFL circa 60 anni prima: creò una guida all’arbitraggio di 85 pagine, pieno di esempi specifici di gioco, da far studiare i suoi arbitri. Decenni dopo la consacrazione di Ray nella Hall of Fame, si sentiva ancora la sua influenza.
Nel 1999 Seeman rivide il ritorno del instant replay, fu sospeso sette anni prima perché i proprietari ritennero che rallentasse troppo il gioco, senza ottenere abbastanza chiamate corrette. La nuova versione sfruttò la tecnologia più avanzata e un sistema più efficace per accogliere e per completare le review. Eppure, Seeman sottolineò che instant replay doveva essere considerato solo uno degli strumenti a disposizione dell’arbitraggio, per aiutare le crew nella loro ricerca dell’eccellenza.
“La gente deve capire quale sia lo scopo del replay: è uno strumento per aiutare gli arbitri in casi molto isolati”, disse Seeman nel 1999 al Los Angeles Times. “Ci piacerebbe fare tutte le chiamate corrette, ma non è sempre così. “
Dopo tre anni con il cancro, Seeman morì nel novembre 2013 a 77 anni. Per riconoscere il suo impegno e le conquiste dell’arbitraggio, ogni arbitro indossò una patch con le iniziali JS sul proprio cappellino della divisa per il resto della stagione 2013 fino al Super Bowl XLIII.
Proseguendo la ricerca
Come nei decenni prima di loro, i leader degli arbitri della NFL continueranno a innovare basandosi sui successi del passato.
Il compito ricadde su Dean Blandino, che iniziò la sua carriera NFL come stagista del settore arbitrale nel 1994, tre anni dopo che Seeman prese le redini dell’Officiating Department, ed è stato nominato vice presidente degli arbitri nel 2012 (resterà fino a maggio 2017). Mentre la popolarità della Lega continua a crescere e il gioco è analizzato più che mai, Dean ebbe la responsabilità di supervisione dell’Officiating Department sotto il suo microscopio sempre più preciso.
“L’arbitraggio è un’arte più che una scienza.” – Dean Blandino, Direttore del gruppo arbitrale NFL
Quando Blandino lavorò nel centro di comando arbitrale presso il quartier generale NFL in Park Avenue a New York, si ricorda le persone che hanno migliorato la sua professione e il potenziale per il suo futuro. Entrando nel centro, vide una scritta fuori dalle porte che rende omaggio a colui che guidò il dipartimento per più di 20 anni: “Art McNally GameDay Central“.
All’interno di quelle porte c’è una sala attrezzata con 88 schermi e 16 stazioni per il replay. Sembra che la sala GameDay Central sia uscita direttamente dai sogni più sfrenati di un fanatico di football. Ma durante la stagione, cosa accade dietro le porte è tutto business.“Noi facciamo le review dalla GameDay Central con una comunicazione in tempo reale con lo stadio. È stata percorsa molta strada dai primi processi di review a quello che abbiamo oggi.” – Dean Blandino, Ex Direttore del settore arbitrale NFL.
Da una targa nella Hall of Fame ad un nome al quartier generale dell’Officiating Department e una patch sul cappellino di ogni arbitro, la Lega onora le icone dell’arbitraggio del passato, mantenendo gli occhi rivolti al futuro – una figura che inevitabilmente richiederà continui progressi nella tecnologia, nella formazione e nella tecnica.
Dean Blandino, il capo del settore arbitrale della lega nel periodo 2013-2017, guidò il dipartimento NFL mentre passava a una nuova era tecnologica. L’esperienza di Blandino come addetto al instant replay dal 1999-2003 e il miglior manager di replay della NFL dal 2004-2009 lo hanno addestrato ad usare i monitor della sala AMGC e il software proprietario NFL Vision su ogni chiamata contestata o verificata per assicurarsi che fosse risolta in modo efficiente, con precisione e coerenza.
Nel 2014, la lega ha iniziato a consultare direttamente il Referee e l’addetto al replay locale, durante le revisioni dall’interno della AMGC. Un rappresentante senior del settore arbitrale discute dell’azione in questione, con il Referee che effettua la chiamata finale.
“Utilizziamo GameDay Central e altre tecnologie per diventare più efficienti e coerenti. Continuiamo ad evolverci ed a migliorare. ” – Alberto Riveron, NFL Vicepresidente Senior del settore arbitrale
Nella stessa stagione la Lega debutta con un sistema (O2O official-to-official) wireless più efficiente per la comunicazione inter-crew. Il sistema velocizza la partita permettendo alla crew di parlare fra loro a distanza piuttosto che riunirsi ad ogni fallo. Per esempio, O2O fa risparmiare tempo quando il Field Judge chiama un evidente fallo di interferenza su un lancio a 45 yard downfield e può comunicare subito al Referee le informazioni circa la chiamata e come è terminata l’azione.
Nel 2017, il ruolo di Vice Presidente Senior del settore arbitrale passò ad Alberto Riveron. Riveron, che diventò arbitro NFL nel 2004 fu promosso Referee nel 2008, si è unito al settore arbitrale a tempo pieno nel 2013 come Direttore Senior del settore arbitrale.
Il cambio di dirigenza comportò pochi cambiamenti nel processo.
Dalla stagione 2017, la Lega continua a consultarsi con il Referee della partita e l’addetto al replay dal centro AMGC, ma ora le decisioni finali su tutte le review provengono da Riveron oppure da un membro senior scelto dal settore arbitrale con il contributo del Referee. Il processo decisionale centralizzato, ha spiegato Riveron, è un altro passo che la NFL ha fatto per rafforzare la coerenza nel modo in cui vengono effettuate le chiamate finali, indipendentemente da dove o quando si gioca.
Tuttavia, alcune cose rimarranno le stesse. Per coloro che perseguono la perfezione dell’arbitraggio del football professionistico mentre agiscono sotto ad un microscopio, McNally ha detto la cosa migliore: “Una cosa non è cambiata: la pressione. Sarà sempre presente“.
Traduzione ed adattamento di Alberto Maghini